Coccarde Tricolori Speciale n. 11 F-84G,F/RF-84F di R.Niccoli Ed. RN Publishing ISBN 9788895011240

F-84 Presentiamo Coccarde Tricolori Speciale - N. 11 dedicato alla famiglia di  caccia bombardieri e ricognitori a reazione prodotti dalla Republic nei primi anni cinquanta , per molto tempo in servizio con l'A.M. , una monografia a firma di Riccardo Niccoli

 Recensione di Gabriele Luciani

 

La presenza nelle fila dell'A.M. dei grossi caccia bombardieri a reazione prodotti della ditta statunitense Republic coincise, almeno per i primi tempi del loro impiego, con il momento di massima efficenza ed espansione delle tre FF.AA. italiane, grazie soprattutto al programma M.D.A.P. per il quale gli U.S.A. concessero in modo gratuito,anche ai loro alleati europei, notevoli quantità di materiale bellico di loro produzione. Pure dopo la 2°g.m. , i livelli di produzione d'oltre oceano continuarono ad essere molto elevati sia per gli impegni derivanti dalla Guerra di Corea che per l'inizio della guerra fredda contro l'U.R.S.S. e i paesi del blocco comunista, ed il progamma di mutua assistenza varato dagli Stati Uniti mirava a portare quasi agli stessi livelli di operatività le difese dei paesi aderenti alla Allenza Atlantica, al punto tale che già solo all'Italia , oltre ad altri equipaggiamenti terrestri e navali, vennero forniti a partire dall'aprile 1952 ben 254 esemplari di F-84 G "Thunderjet".  Prima dell'imissione in servizio dell'F-84G, nei reparti dell'A.M. c'erano ancora aerei con motori a pistoni come i P-47D usati come soluzione tampone in attesa appunto degli F-84G o reattori molto "semplici" come il De Havilland DH.100 "Vampire", che ebbe sì il merito di aprire l' era del volo a getto nella stessa A.M. ma che ben presto fu reso obsoleto dal rapido progresso tecnologico che si stava sviluppando nei primi anni cinquanta. Il Thunderjet era nel campo occidentale ed in quei momenti quanto di meglio  in assoluto per il ruolo  di caccia bombardiere, rivelando tali sue doti fin dal dicembre 1950 quando in Corea vennero usati dapprima gli F-84D e poi gli F-84E: in pratica il carico bellico che poteva essere trasportato arrivava quasi a due tonnellate di esploviso per non parlare delle sue capacità come vettore di armi nucleari. Inoltre, il confronto con i coevi MiG.15 nord coreani non era del tutto improponibile, ma si preferì usare nel ruolo di caccia "puro" il più agile F-86A della North American, una soluzione ben presto adottata non solo dall'Italia ma pure da altre aviazioni che ricevettero l'F-84G. Il numero così elevato di F-84G forniti, ebbe un notevole impatto per l'A.M.  i cui vertici dovettero non solo procedere ad estesi ampliamenti delle basi dove si dovevano dislocare di volta in volta  le tante decine di questi poderosi aerei (alcuni esemplari di questi erano destinati alla ricognizione avendo una tanica alare sinsitra appositamente modificata) ma anche a modificare le strutture dei reparti che nell'aprile 1953 passarono dalla condizione di "stormo" a quella di "aerobrigata". Di conseguenza si dovette pensare ad una profonda riorganizzazione della logistica e procedere ad una impegnativa fase di riaddestramento dei piloti e del personale di terra, con elevate ricadute professionali, il tutto anche con un esteso coinvolgimento di due ditte aerospaziali italiane (Aerfer e FIAT Aviazione), che ricevettero commesse per ricambi e revisioni non solo per i Thunderjet italiani ma pure per quelli dei reparti USAF in Europa e di altre nazioni N.A.T.O. .  L'impiego del Thunderjet in Italia però fu relativamente breve in quanto già nel 1956 lo stesso venne sostituito dal primo caccia supersonico dell'A.M. ovvero l'F-84F, un altro prodotto Republic che del Thunderjet non coservava niente altro che la numerazione...La ricerca in campo aerospaziale degli anni cinquante era tale in pochi anni si susseguivano modelli di aeroplani  migliori dei precedenti con velivoli che quasi non facevano in tempo ad entrare pienamente in servizio che già si pensava alla loro sostituzione...La ditta statunitense nel corso del 1950 aveva tentato di ricavare dal suo F-84E un velivolo più prestante installando sulla fusoliera di un Thunderjet delle nuove ali a freccia, realizzando così un prototipo denominato YF-96A , le cui prestazioni però non erano tali da indurre a continuare con il suo sviluppo e si ritenne opportuno riprogettare la fusoliera , anche per poter usare il potente reattore inglese Rolls-Royce "Sapphire" (poi prodotto su licenza dalla Wright come YJ65-W1). Per motivi puramente amministrativi, il nuovo aereo che del Thunderjet in pratica non corservava nulla, continuò ad essere denominato con il numero 84 ma ricevendo la lettera F in quanto prodotto prima dell'F-84G : vennero così realizzati due distinti prototipi, uno con la presa d'aria del motore posta sul muso , l'altro con muso solidale e due prese d'aria poste ai lati sulle radici alari: nella pima configurazione il velivolo  conservava le buone doti di cacciabombardiere del Thunderjet mentre la seconda variante si  rivelò ben presto più idonea come ricognitore venendo poi designata come RF-84F "Thunderflash". L'F-84F  battezzato a sua volta Thunderstreak era il primo caccia bombardiere supersonico delo schieramento occidentale ed il suo ingresso nelle file dell'aeronautiche militare statunitensi e degli alleati degli U.S.A. alzò ulteriormente il livello di efficenza delle stesse, questo in particolare per l'A.M. che gli affiancò come intercettore il sofisticato North American F-86K .

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All'Italia vennero consegnati dal 1956 ben 194 F-84F e 78 RF-84F che rimasero in linea rispettivamente sino al 1972 ed al 1974, per essere sostituiti dall'F-104 G , un altro iconico velivolo dell'aviazione militare italiana: anche se non coinvolti in episodi di guerra pur se le frizioni con  un paese ostile come la Jugoslavia nell'autunno del 1953 si arrivò a metter in stato di allarme anche i reparti dell'A.M., i quattro anni di servizio degli F-84G e i diciotto dei Thunderstreak e dei Thunderflash hanno lasciato un segno indelebile nella storia dell'A.M. e di molti piloti (anche per l'impiego dell'F-84G e dell'F-84F da parte delle diverse Pattuglie Acrobatiche Nazionali)  tanto che questo periodo è stato oggetto in passato di specifiche pubblicazioni ed anche dell'interesse dei modellisti che hanno a disposizione dei buoni se non proprio ottimi (ad esempio l'F-84G in 1/48 della Tamiya) kits inerenti  questi velivoli. A questo periodo così intenso la RN publishing di Riccardo Niccoli dedica la monografia n. 11 della collana degli Speciali di Coccarde Tricolori, come sempre un prodotto editoriale di alta qualità ...

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In oltre centocinquanta pagine Riccardo Niccoli non dà solo una quadro completo dell'impiego in Italia di questi velivoli, ma parla anche della genesi degli stessi e dell'evoluzione tecnica ed operativa della famiglia degli F-84 (con interessanti immagini dei vari prototipi) , una descrizione che occupa un quinto della monografia, con dettagli sull'impiego in Corea , lo sgancio degli ordigni atomici, i vari progetti sperimentali basati sugli F-84 di cui vennero prodotti oltre 3000 esemplari di F.84 ad ala dritta (in maggioranza distribuiti in conto MDAP a paesi alleati) e quasi altrettanti di F.84 G (oltre agli RF-84F) , questi ultimi negli USA , dopo l'impiego in prima linea sino al 1964 passarono ai reparti della Air National Guard venendo ritirati del servizio solo nel 1971... Chiaramente i testi sono accompagnati da diverse foto in questo caso di provenienza americana, sia a colori che in bianco e nero, sempre pubblicate in modo ottimale .         

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Dopo un capitolo così ampio ma doveroso stante la complessità dei velivoli in questione e delle loro teniche di impiego, si passa alla descrizione del loro servizio nelle file dell'A.M. partendo dalle circostanze che portarono alla loro adozione e dal contesto in cui i caccia Republic, a partire dell'F.84G si trovarono ad operare, ovvero quello di una nazione uscita sconfitta da un devastante conflitto ed impegnata nella ricostruzione di tutto l'apparato statale, anche delle sue FF.AA.   obbligate dal trattato di Pace di Parigi del 10.2.1947 a ruoli di mera sopravvivenza...Tutto cambia già nel 1949 con l'adesione dell'Italia alla N.A.T.O. e con i sontuosi aiuti statunitensi: Riccardo Niccoli descrive minuziosamente gli inizi di questa epopea cone le prime consegne ai reparti interessati dal riequipaggimento con gli F-84G a partire dal 5° stormo seguito dal 51° Stormo che così poterono finalmente lasciare il P.47D , venendo poi trasformati in Aerobrigate.

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Nell'ambito della 5° A.B. con quattro Thunderjet viene formata la prima Pattuglia Acrobatica Nazionale del dopoguerra ovvero la "Guizzo" : su  indicazioni dello Stato Maggiore viene instaurata la rotazione annuale presso i vari reparti della realizzazione  di uno P.A.N. "titolare" per l'anno in corso e di una di riserva in preparazione per l'anno successivo, pratica mantenuta anche con i Thunderstreak fino al 1961 quando sarà costituito un reparto apposito per l'addestramento acrobatico (il 313° gr.) : da evidenziare che questo tipo di addestramento non è finalizzato alla spettacolarità ma è parte fondamentale delle attività addestrative di volo per eludere al meglio le manovre di velivoli avversari o l'ingaggio da parte di missili nemici...

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L'F-84G venne consegnato anche al 6° Stormo che potè dismettere i P.51 e i DH.100 , divenendo anche esso una Aerobrigata facendo poi parte insieme alla 5° A.B. e alla 51°A.B. di una grossa componente N.A.T.O. .

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Ultimo reparto a lasciare i caccia a pistoni per passare sugli F-84G fu il 3° St.  nel 1954 che lo stesso anno venne trasferito a Verona Villafranca per assumere totalmente il ruolo della ricognizione, ricevendo così 15 velivoli con la tanica sinistra modificata in quanto ospitava apparecchiature fotografiche . L'impiego dei Thunderjet non fu tutto rose e fiori, anzi ...Riccardo Niccoli evidenzia infatti che al momento della loro dismissione vennero restituiti agli U.S.A. 178 velivoli e che il rateo di perdite di F-84G in soli cinque anni fu pari al 30%, segno delle difficolte operative affrontate nel passaggio ad un velivolo a getto e alle procedure N.A.T.O.. Il testo passa quindi alla descrizione dell'impiego degli F.84F e degli RF-84F con oltre quindici pagine che coprono il periodo che va dal 1955  sino al 1972 ovvero dalla consegna al 132° gruppo del 3° st. dei primi RF-84F seguiti dagli F-84F assegnati agli altri reparti per arrivare alla dismissione dei caccia bombardieri seguiti dai ricognitori avvenuta nei primissimi anni settanta.

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Vengono anche esaminati i movimenti dei vari gruppi come ad esempio quello del 156° gruppo che con i suoi  F-84F venne spostato nel giugno 1966 a Gioia del Colle inquadrato nel ricostituito 36° st. comprendo stabilmente un settore, quello meridionale d'Italia (da notare che Riccardo Niccoli riporta le foto dello stemma transitorio dello stormo,  invero non molto noto ancora oggi ). Il successivo  capitolo è dedicato alle varie pattuglie acrobatiche che hanno usato prima i Thunderjet  come detto la prima fu la Guizzo della 5° A.B.  nel 1953, protagonista anche di un film, "I quattro del Getto Tonante" il cui successo portò a ribattezzarla ufficialmente appunto  Getti Tonanti, seguita subito dopo dalla Bellgambi della 51°A.B.  poi anch'essa ridenominata "Tigri Bianche" della 51° A.B. . Nel 1957 è il turno degli F-84F dei Diavoli Rossi della 6° A.B. protagonisti di una famosa trasferta oltre oceano . Ultima pattuglia acrobatica a usare gli F-84F fu quella (Getti Tonanti)   nuovamente formata dalla 5° A.B.e in coincidenza con lo svolgimento in Italia delle Olimpiadi del 1960.

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Il testo prosegue con lesame degli aspetti tecnici-logisitici alle spalle dell'uso di questi velivoli nei vari reparti per poi riportare le testimonianze di chi ha operato sui vari F.84 come pilota o come ufficiale tecnico.

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Dopo questo capitolo si apre una corposa sezione di oltre quaranta pagine con centinaia di foto dei vari F-84G, F-84F ed RF-84F di tutti i reparti dell'A.M. che li hanno avuti in dotazione : tutte le immagini della monografia sono pubblicate in modo nitido al punto tale che non si ha proprio la percezione di avere a che fare con materiale inconografico che è stato scattato almeno mezzo secolo fa...Un vero tesoro per lo studioso ma anche , direi soprattutto, per il modellista che vuole riprodurre al meglio uno di questi velivoli...

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Questa parte della monografia è suddivisa per reparti ed in ordine numerico degli stessi a partire dalla 3° A.B. ; molte immagini sono in bianco e nero ma chiaramente ...

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quelle più recenti sono a colori : in particolare gli F-84F e gli RF-84F poi, non solo quelli delle Pattuglie Acrobatiche,  con i simboli (in alcuni casi veramente vistosi e belli come quelli dell'8°Stormo e della °A.B. ) e la numerazione di reparto hanno veramente un fascino molto particolare ed accattivante, colori che vengono infine ripresi nei profili raelizzati dal noto disegnatore maltese Richard J. Caruana  pubblicati nell'ultima parte della monografia che viene conclusa da altre pagini di ulteriori immagini ravvicinate dei velivoli italiani ed una appendice con la lista delle matricole dei Thunderjet, Thunderstreak e Thunderflash usati dall'A.M. .

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A conclusione della presentazione di questo ulteriore ed ottimo prodotto della R.N. Publishin, è giusto riportare anche qui una foto pubblicata da Riccardo Niccoli che è veramente iconica del periodo in cui i caccia a reazione della Repubblica sono stati in servizio nell'A.M. ovvero l'immagine dell'allora seg. pil. Cironi del 101° gr.   dal cui traspare in pieno la consapevolezza nelle proprie capacità professionale  ma anche la crescita di una forza armata di una nazione che si stava faticosamente ma pienamente riprendendo da passate traversie per affrontare con coraggio il proprio futuro .Va ribadito altresì che  come per altre pubblicazioni della R.N. Publishing  anche questa è da acquisire senza indugio. Ulteriori informazioni sullo stesso e sugli altri prodotti editoriali della RN Publishing sul suo sito  http://www.rnpublishing.com/ 

Gabriele Luciani 

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